martedì 9 luglio 2013

Daltonismo, riot a stoccolma, domande scomode

Depeche Mode

Passando davanti ad un'edicola, durante le mie brevi vacanze in Italia, ho deciso di comprare l'Internazionale. Uno dei miei giornali preferiti. Dopo pochi minuti che lo stavo sfogliando sono rimasto colpito dalle parole di William Falk, dal settimanale "The week". Parlando di razzismo, si chiede: "Non sarebbe bello essere tutti daltonici?". Improvvisamente mi sono ricordato di una curiosa vicenda, avvenuta durante i riot nei quartieri di immigrati a Stoccolma (qua un'analisi molto interessante).

In quel periodo stavo lavorando ad un progetto. Tre gruppi di sette studenti dovevano sviluppare delle applicazioni Android. Io ero in uno di quei gruppi e condividevo un laboratorio al Royal Institute of Technology con gli altri colleghi. Là ci trovavamo tutti i giorni, a seconda degli impegni personali, per sviluppare i nostri progetti. Gli studenti che lavoravano nel laboratorio giornalmente erano di diverse nazionalità. C'erano anche un ragazzo e una ragazza svedesi.

Lei sedeva alla mia destra, un paio di posti più in là di me; lui era nel banco davanti al mio. Lei, pelle bianca latte e capelli biondi lunghi (abbiamo già parlato di lei qui); lui, pelle scura e capelli neri corti. Lei, svedese e abitante di Stoccolma da molte generazioni; lui, nato in Svezia da genitori provenienti da fuori dall'Europa.

Verso la metà della mattinata un collega cinese si avvicinò a me e mi chiese come mai c'erano stati dei riot durante la notte. Sia il ragazzo svedese del banco davanti che la ragazza svedese alla mia destra si girarono verso di me. Iniziarono a fissarmi, in attesa della risposta. L'atmosfera diventò difficilmente sostenibile, e quei tre secondi di silenzio sembrarono giorni. Così come un testimone in un processo, risposi usando il minor numero di parole possibile, in modo da cercare di non dare agli altri la possibilità di reagire.

"Un uomo portoghese è stato ucciso per sbaglio dalla polizia, e gli immigrati hanno colto questa occasione per manifestare il loro malcontento". Le parole uscirono rapide e sterili dalla mia bocca. Gli svedesi, dopo un attimo di riflessione, tornarono a fare le loro cose.

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