martedì 30 ottobre 2012

Tre uomini hanno una sola gamba ma sorridono.

Qualche anno fa giocai a Pictionary con alcuni amici. Uno di loro doveva farci capire, disegnando, un detto. Appena vide la carta fece una faccia alquanto sdubbiata, facendoci comprendere che non saremmo mai riusciti a capirlo.
Poi ebbe una magnifica idea: si mise subito a disegnare. Sul foglio bianco, pian piano comparvero tre uomini stilizzati, che avevano solo una gamba, e la faccia sorridente. "Ma come, non ci arrivate?!? Il detto è mal comune, mezzo gaudio!"

Mal comune mezzo gaudio. È perfetto per descrivere la situazione dell'inglese parlato dagli studenti, e lo staff, di un master al Royal Institute of Technology, e non solo. Ognuno ha qualche difetto di pronuncia, e commette degli errori grammaticali. Molti si possono raggruppare per paese di provenienza, soprattutto se riguardano la pronuncia. Ti rendi conto che ti trovi meglio a parlare con un greco piuttosto che un cinese, e che la qualità della pronuncia è legata alla velocità con cui parli da una legge inversamente proporzionale.

Ad ogni modo, è una grandissima occasione per migliorare, ogni giorno che passa. Alcuni ti fanno capire che sbagli ripetendo la stessa frase che hai detto, con tanto di correzione, ma facendo finta che sia un intercalare. Questo è il mio metodo preferito, e lo uso anche io con gli altri. La produzione orale è probabilmente la parte più ardua di una lingua. Tutto scorre velocemente, non puoi consultare un dizionario; ma soprattutto, non puoi rimangiarti quello che hai detto.

All'inizio tutto questo mi provocava molta frustrazione. Succedeva spesso di rendermi conto di aver fatto un errore proprio alcuni secondi dopo averlo commesso, e la vergogna mi assaliva. Poi mi sono reso conto che è così per tutti, e che anche gli svedesi, per quanto parlino bene inglese, non sono completamente immuni agli errori grammaticali. Mal comune, mezzo gaudio.

domenica 28 ottobre 2012

Un'esperienza extrasensoriale (nel senso buono)

The Sound of Arrows

"Un'esperienza extrasensoriale". Sono abituato ad usare questo termine solo per denotare un esame non tanto gradevole - un po' come quando dico che "si manifesta satana". Beh, in questo caso le cose stanno diversamente. La mia esperienza extrasensoriale è stata una bella esperienza perché ieri sera sono stato a vedere dal vivo uno dei miei gruppi svedesi preferiti: i The Sound of Arrows. Sono stati la colonna sonora delle mie avventure. Di quell'anno passato tra scartoffie, litigi e tempi ristretti; intanto che sognavo di arrivare qua in Svezia. Del primo incontro ravvicinato col KTH, e della vista del tramonto alle 10:30 da un'isola nell'arcipelago di Stoccolma. Con la loro musica tutto sembra un'avventura cosmica i cui protagonisti sono rigonfi di speranze, e sentono che ce la faranno; che arriveranno dove non si aspettavano, e   scopriranno un nuovo mondo.

Vederli dal vivo è stata un'esperienza extrasensoriale, perché è stato come rivivere tutti quei trascorsi, che ora sembrano molto lontani. Il fumo artificiale, le animazioni, e il suono dei sintetizzatori mi avvolgevano. Un'unico flashback intanto che tieni il tasto forward premuto.

Il titolo di questo blog è un tributo a loro: "Into the clouds" è il loro più grande successo.




martedì 23 ottobre 2012

Dai 9 ai 99 anni.

In queste ultime settimane sto iniziando a imparare qualcosa di Svedese. Ok, confondo ancora parole apparentemente simili tra loro, e prendo fischi per fiaschi cercando di interpretare le parole che ho davanti aiutandomi con l'Inglese.

Ad ogni modo, su consiglio di alcuni svedesi DOCG ho deciso di tradurre, o per meglio dire, dare una mia interpretazione, al testo di una cantante svedese. Si chiama Laleh, ed è nata in Svezia da genitori Iraniani. Pare che non esista svedese a cui non piaccia. Adatta dai 9 ai 99 anni.

La canzone che ho scelto si chiama "Vårens första dag" (Il primo giorno di primavera). So che apparentemente non cozza molto con la stagione in corso, ma io la trovo adatta a tutte le stagioni. E poi un comico Inglese sostiene che gli Svedesi sopravvivano all'inverno sognando cosa faranno quando i ghiacci si saranno sciolti di nuovo. Forse è anche per questo che questa canzone è apprezzata così tanto.



Vårens första dag > > Il primo giorno di primavera
och jag vill va' med, > > e io voglio esserci,
och jag vill va' så med, > > voglio davvero esserci,
så att jag kan se > > in modo da potermi rendere conto
att jag är en del av allt. > > che sono una parte del tutto.

Vårens stora dag > > Il grandioso giorno di primavera
och jag vill va' med. > > e io voglio esserci.
Låt mig leva längre > > Fammi vivere più a lungo,
nu när jag kan se. > > ora che riesco a vederlo.

Kom våren, kom skratten, > > Vieni primavera, venite risate
kom tårarna om natten. > > venite lacrime nella notte.
Låt mig vara, låt mig vara > > Lascia che io sia, lascia che io sia,
litet till, jag är, > > qualcosa di più; io no,
jag är inte beredd att gå än. > > non sono pronta per andarmene.

Låt mig finnas, låt mig att finnas, > > Lasciami vivere, lasciami vivere
litet mer, jag är, > > ancora un po'; io no,
jag är inte beredd att dö än, > > non sono pronta per morire,
inte än. > > non ancora.

Nej, jag är, > > No; io no,
jag är inte beredd att gå än, > > non sono pronta per andarmene,
inte än. > > non ancora.
Nej, jag är, > > No; io no,
jag är inte beredd att gå. > > non sono pronta per andarmene.

På din stora dag > > Il tuo grande giorno,
ville jag va' med. > > io volevo esserci.
Jag bad: Låt mig leva längre. > > Chiesi: fammi vivere più a lungo.
Men genom dina ögon > > Ma dai tuoi occhi
såg jag barnen, jag såg skratten, > > vidi i bambini, vidi le risate
jag var tårarna om natten. > > fui le lacrime nella notte.
Jag såg barnen, jag såg skratten, > > vidi i bambini, vidi le risate,
jag var tårarna om natten. > > fui le lacrime nella notte.

[...]

domenica 14 ottobre 2012

I neri, l'algebra, e i saluti negati.

On air: Winding Roads,
The Sound of Arrows

Oggi stavo pensando a una citazione di una persona a me molto cara:

"I neri non devono essere per forza amici tra loro"

La persona che l'ha partorita verrà chiamata Grace.

Ecco Grace, in forma più che smagliante

Quando ero nel Bel Paese, Grace era solita decantarmi questa frase, tutte le volte che avevo un problema nel relazionarmi con qualcuno all'interno di un gruppo. Questo assioma si è rivelato spesso utile, e mi ha fatto comprendere molte cose.

I colleghi, i coinquilini, i parrucchieri, le donne che portano il velo; quelli che vanno nella stessa palestra, i gay, le lesbiche, gli italiani all'estero. Le persone che appartengono ad un sottoinsieme dello spazio "specie umana" non devono essere per forza amiche tra loro. Quindi grazie a questo assioma posso dire di no all'amicizia di persone che ancora prima di dirti come si chiamano iniziano a vantarsi, chissà poi di cosa. Posso anche dire di no al dover rivedere persone che si sono lamentate per tutto il tempo dell'essere venute qua, quasi col fare di chi ti vuole insegnare a vivere. Posso insomma, scegliere con chi, tra quelli che appartengono ai miei sottoinsiemi, trascorrere il mio tempo; sulle note di un pianoforte suonato da uno alle prime armi. Infine, la cosa bellissima è che questo assioma vale per tutti.

Ebbene sì, vale anche per la ragazza che appartiene a uno dei miei sottoinsiemi, e tutte le volte che la vedo nel campus non contraccambia il mio saluto. D'altronde, i neri non devono essere per forza amici tra loro. Grazie Grace.

mercoledì 10 ottobre 2012

La profezia della professoressa di Rossana

On air: Atomic,
She
[Lain Trzaska (she) Creates stories with Sounds and Images. Each album features a Character set in a world where the listener decides the outcome of events played out in the music. http://www.shemusic.org/]

Oggi ho fatto la mia prima simulazione dell'esame di Signal Theory. Cinque ore, cinque problemi. Carta, formule e pazienza. Tanta. Ad un certo punto dovevo calcolare il valor medio di un processo, e mi si è manifestato satana (espressione tipicamente utilizzata da Comfort_noise per esprimere il verificarsi di risultati matematici poco gradevoli, come ad esempio E{Y(n)}=117/73, ndr).

Ricontrollo meglio, ma niente. Una pagina di conti orribili, ma senza errori. Torno alla pagina precedente, e mi rendo conto che avevo sostituito nella formula un dato sbagliato. Avevo quindi riempito una pagina di calcoli inutili, perdendo almeno mezz'ora.

Ero in un'aula al KTH, dove per motivi di risparmio energetico le luci si accendevano e spegnevano in continuazione, un po' come in una gabbia di galline costrette a fare più uova possibile. In quel momento ho avuto una visione. Ho alzato gli occhi verso il lucernario, e ho visto lei.

La professoressa di Rossana
Ho visto la mia professoressa di matematica della prima superiore, che per motivi di somiglianza e privacy verrà rappresentata dalla professoressa di Rossana. Era una vecchietta arzilla che non vedeva l'ora di andare in vacanza, e tutte le volte che la fissavo dal mio banchino la immaginavo con al collo una collana floreale e i piedi seppelliti sotto la sabbia. A distanza di anni ho sentito di nuovo le parole che mi disse l'ultima volta che mi interrogò:

"Suvvia Comfort_noise, le cose le sai.
È solo che perdi un po' i pezzi per strada"


martedì 2 ottobre 2012

Magnifiche storie.

On air: We own the sky,
M83

Stasera ho visto magnifiche storie, storie a volte intrise di narcisismo; pesante narcisismo. Però ogni tanto bisogna amare se stessi; per i traguardi raggiunti, nello sfidare se stessi.

Stasera ho visto magnifiche storie, storie piene di coraggio. Tutto quel coraggio che serve per vivere in tre dimensioni chi si è; quando l'ambiente che ci circonda, che ormai si è insidiato nel nostro cervello, è l'antitesi di ciò che si è.

Stasera ho visto magnifiche storie, storie che vorrei diventassero la mia.

Picture by Wang Zi