giovedì 30 agosto 2012

Comfort noise vs la lavatrice fotonica: il primo scontro

On air:   My favourite game,
The Cardigans

Oggi è il giorno della lavatrice. Finalmente arriva il giorno in cui lavo i miei vestiti per la prima volta. Non è colpa della mia solita pigrizia eh! La lavatrice deve essere prenotata in anticipo!
Ma torniamo a parlare di questo oscuro nemico. Trattasi di una lavatrice industriale piena zeppa di tasti, lucine, ma soprattutto, scritte svedesi.

Mi avvicino per valutare la situazione, e scatta la battaglia.

Comfort noise, che è abituato alla lavatrice mono-tasto e quindi mono-funzione, è stordito.

Comfort noise usa dizionario svedese-italiano Zanichelli - quello che costava meno di tutti su amazon, per capirci. Cerca la parola förtvätt, ma l'unica parola che trova descrive perfettamente il suo stato. Si tratta di förtvivläd, e significa disperato. Allora procede cercando huvudtvätt e scopre che la radice huvud significa testa. Un po' per deduzione un po' fantasiosa, un po' per sfinimento, inserisce proprio lì il detersivo.

Il nemico si mangia quindi detersivo e vestiti dell'eroe. Il coraggioso eroe sa che potrebbe non rivedere mai più i suoi vestiti e dover andare a lezione in mutande - tutti i giorni con lo stesso paio,  per giunta - ma li lascia andare con orgoglio.

Dopo esattamente 37 minuti, il nemico cede, e rilascia i vestiti puliti, o almeno così sembrano, al nostro eroe, che non ancora canta vittoria. Ebbene sì, ora deve affrontare i sistemi svedesi di asciugatura: l'armadio e la centrifuga. Mentre per il primo è semplice, perché ha delle istruzioni in perfetto stile IKEA, ovvero senza parole, per il secondo Comfort noise si trova di nuovo stordito da bottoni e scritte svedesi. Grazie al dizionario Zanichelli, che stranamente si rivela utile, riesce a capire qual'è il programma per i lenzuoli.

Dopo altri 45 minuti il nostro eroe abbandona vittorioso il campo di battaglia, non accorgendosi però che sta lasciando dietro di sé una scia di sapone in polvere, perché non ha tenuto conto di quel microscopico buchino nella scatola. Ma sono danni collaterali tollerabili, tutto sommato.

PS: i The Cardigans sono svedesi. Spero di non essere l'unico ad averlo scoperto giusto pochi giorni fa.

lunedì 27 agosto 2012

Il primo giorno di scuola

Oggi era il primo giorno di lezione. Tra I pipponi esistenziali che mi sono fatto tutto il giorno sulle materie da seguire, signal theory e digital communications, mi è tornata in mente la foto che mia madre mi scattò il primo giorno delle scuole elementari.
Indossavo il grembiule, e sorridevo, mantenendo la posa affascinante del valoroso guerriero - solo chi si diletta in cartoni impegnativi come guru guru può capirmi. La mia uniforme era nera, e aveva sopra la stampa di un cane che gioca a hockey.


Di acqua sotto i ponti ne è passata - oggi mi sono fatto una ragione del fatto che i cani non possono giocare a hockey. Ma mi sono trovato per l'ennesima volta di fronte ad un inizio. La sensazione è stata veramente strana. Un misto di ansia ed eccitazione mi ha travolto. Alcuni aspetti dell'università mi fanno chiedere se sarò all'altezza, ma allo stesso tempo sono esaltato per la qualità e l'apertura mentale dell'insegnamento che si può ricevere in una scuola come il Royal Institute of Technology.


All'uscita dalle lezioni il sole era ancora alto in cielo. Ho fatto una lunga passeggiata nel campus, e mi sono spesso fermato a fissare i vari palazzi.
Che io sia all'altezza o no, sono dove vorrei essere.




sabato 25 agosto 2012

Ricomincio da qui. E non c'entra con Alda D'Eusanio

Malika Ayane

Ricomincio da qui
Da un'effimera illusione...


Sebbene io non apprezzi molto Malika Ayane, e le sue parole in ricomincio da qui riguardino un contesto amoroso, mi ritrovo spesso a ripetermele quando penso agli inizi, e ai sogni associati ad essi. Tanto per citarne uno a caso, il sogno di avere una bella esperienza qua in iSvezia. La voglia di non soccombere alla vista della montagna di saggi e progetti che dovrò consegnare. Il desiderio di non farsi sopraffare dalla competizione. L'idillio dell'integrazione con questa società.
La canto proprio qui nella mia testa, mentre mi trovo nel parco dove ho accolto e poi detto arrivederci a quella parte dello stivale che aveva deciso di fare il tifo per me di persona, durante i primi giorni.




Me ne accorgo così 
Da un sospiro a colazione 
Non mi piace sia tu 
Il centro di me 
Niente mi porterò 
Solo vento tra le mani 
Più leggera sarò 
Sospesa 
Sorriderò prima di andare 
Basterà un soffio e sparirò 
Forse sarà pericoloso 
Forse sarà la libertà 
Mi guarderai e vedrai una 
Eppure non sarò sola 
Una novità sarà 
E mi porterà 
A non fermarmi mai 
Non voltarmi mai 
Non pentirmi mai 
Solo il cielo avrò sopra di me 
Solo il cielo avrò sopra di me 
Ricomincio da qui 
Da un'effimera illusione 
Mi risveglio e ci sei 
Ancora tu 
Qui 

mercoledì 22 agosto 2012

Programme information meeting @ KTH

The Knife

Sono in uno degli edifici dove passerò i prossimi due anni della mia vita.

Non è stato facile arrivare. Il campus è immenso, e mi sono perso almeno 3 volte. Almeno posso dire di essermi perso con classe, ovvero facendo finta sapere esattamente dove stavo andando. In questo modo nessuno ha pensato che sono uno smutandato di primo pelo - come dice sempre un caro amico. Tutt'al più avranno pensato che sono pazzo. In quel caso non sarebbero andati troppo lontano dalla realtà.

È appena terminato il programme information meeting. Siamo in 25 circa, e quasi la metà di noi viene dalla Cina. I professori hanno subito voluto mettere in chiaro che sarà abbastanza dura. Proveranno in tutti i modi a spremerci come limoni, o almeno ci daranno la possibilità di farci spremere come dei limoni. Seminari ai quali sono invitati esperti interazionali della tecnologia tutti i mesi. Due soli appelli l'anno per ogni materia. La possibilità di dare alcuni degli esami che danno i dottorandi. Questi esami sono stati definiti "demanding", ma per fortuna non sono obbligatori.

Per ora l'ansia non mi ha ancora sopraffatto, anzi, sono curioso di vedere come andrà a finire.

Che le lezioni abbiano inizio!

lunedì 20 agosto 2012

La pazienza fatta personnummer

Proprio in questo momento mi trovo davanti alla  S:ta Clara Kyrka.
Vi starete chiedendo che ci faccio qui. Beh, qui accanto c'è lo Skatteverket, ufficio che dispensa i famigerati  personnummer. Il personnummer è una sorta di codice fiscale, senza il quale si è molto limitati in Svezia. Servizi come aprire un conto in banca o noleggiare un dvd possono risultare difficili, se non impossibili, se non si dispone di questo codice. È composto da 10 cifre, e le prime 6 di questo sono la data di nascita del richiedente, nel formato YYMMDD, che poi è il formato con cui si scrivono tutte le date in Svezia. Mentre le cifre dalla settima alla nona consistono in un numero seriale, la decima cifra è stata introdotta negli anni sessanta, ed è una sorta di checksum.

 E come mai mi trovo fuori? È qui che si spiega il motivo dell'odissea che sto vivendo. La coda è talmente lunga che ci sono degli schermi a led relativi a chi servono al momento  anche fuori dall'edificio. Inoltre dovrebbe esistere anche una specie di servizio per il quale si associa il proprio nunero di cellulare al bigliettino ritirato, e si viene ricontattati a tempo debito. O almeno questo è quello che mi sono immaginato osservando tutta quella sbobbata di parole a me ignote. Ma ora vi devo salutare, è finalmente arrivato il mio turno.

sabato 18 agosto 2012

Lezioni sugli sugli svedesi da una svedese

Quindi lei mi sta dicendo che gli svedesi si fanno guardare dagli sconosciuti solo per un breve frangente, dopo il quale iniziano a pensare di essere vittime di stalking? Capisco...Quindi non devo guardare nessuno negli occhi, e se qualcuno che sto osservando se ne accorge devo guardare da un'altra parte. Prendo nota.

E per quanto riguarda il fatto che ogni tanto qualcuno si allontana da me, per poi rimanere nello stesso posto? Davvero sono spaventati perché invado il loro spazio personale? Eppure avrei giurato di non averlo invaso. Come? Sarebbe meglio non avvicinarsi come facevo di solito in Italia? Comprendo, e continuo a prendere nota.


venerdì 10 agosto 2012

Pilgrim sailed the seas... - attraccaggio effettuato

La luce bianca accecante, il freddo nell'aria, il freddo e il caldo nelle persone. Le nuvole, la tecnologia, la lingua dal suono strano. Le kottbullar surgelate, il macinapepe futuristico con accelerometro, il pepe sparso ovunque. La gentilezza di chi ospita, le chiacchierate in inglese, la bambina che mi ha chiesto come mi chiamo in svedese (vad heter du?). Le difficoltà nel parlare lo svedese, l'inglese, il politically correctese. Il dispositivo anti-taccheggio che suona ovunque io vada col mio zaino, il momento in cui questo diventa motivo di socializzazione, la guida per la prima volta al supermercato. L'olio schifoso, il togliersi le scarpe quando si entra in casa, le choklad bollar.

Altra frase dal booklet dell'album "Voyage". Se non sai cos'è clicca  qui.

lunedì 6 agosto 2012

Mi concede un ultimo ballo?

Robyn feat. Christian Falk

Proprio oggi pomeriggio stavo ripensando al ballo. Stavo pensando a come il mio zio, di cui abbiamo parlato qui per la prima volta, viveva questo momento di svago. Correvano gli anni cinquanta, e dopo una settimana di duro lavoro potersi concedere una serata di ballo era quasi un lusso. Per lui ogni dettaglio era fondamentale. Indossava il completo delle grandi occasioni, con tanto di camicia appena stirata. Rifiutava sempre la cravatta, la chiamava "il cappio al collo". Il tocco finale era l'orologio da polso. Poiché ne avevano solo uno, dal lunedì al venerdì l'orologio veniva indossato dal padre, mentre nel resto dei giorni poteva essere indossato dal figlio.

Ad oggi posso dire che tante cose sono diverse, come il fatto che ho un orologio tutto mio - e si tratta di un orologio binario, per giunta - ma quello che provo è la stessa sensazione. I preparativi vanno avanti con emozione, quasi esaltazione. Il fatto che tra soli tre giorni mi trasferirò in Svezia - o come dicono le persone d'altri tempi, compresi i miei zii, "in iSvezia" - mi fa sentire come se dovessi godere a pieno di tutto ciò che ho, e consumarlo a più non posso finché non mi spezzo. Come un voler succhiare una sorta di linfa vitale. Non ti vuoi fermare mai, perché non è mai abbastanza, ma soprattutto perché non sai quanto ti potrebbe mancare tutto questo un giorno.

Da alcuni giorni sono ormai state aperte le danze, e sto ballando più veloce che posso. Non importa quanto io senta la stanchezza, o quanto io dorma la notte. Forse è l'unica cosa che mi dà la sicurezza, e il coraggio di partire.

venerdì 3 agosto 2012

Nordisk ljud - sonorità nordiche: La storia di Robyn in 4 video

Come potevo non parlare di lei dopo aver ascoltato la sua musica per migliaia di ore? La bionda e svedese Robyn ha da sempre attribuito un tocco personale alle sue canzoni. Brilla in particolare per lo stile, la visione d'insieme, la scelta dei suoni (e di conseguenza anche degli artisti che collaborano con lei), i contenuti e l'efficacia finale del lavoro.

Anziché mostrarvi i suoi ultimi successi, poiché probabilmente li conoscerete già, mi piacerebbe raccontarvi gli attimi salienti della sua carriera con alcuni video.

Incominciamo con il suo esordio sulle scene come cantante R&B. È il 1997, e la sua musica spopola, soprattutto negli USA, con pezzi come "Show me love".


Dopo alcuni anni di successi, la sua musica inizia a prendere una piega più sintetica, e sfocia nell'electro-pop. Il pezzo che vediamo qua sotto è proprio quello che segna il cambiamento di rotta di Robyn. Si tratta di una collaborazione con i The Knife, grandioso gruppo svedese di cui parleremo sicuramente in futuro. Questo brano non viene apprezzato dalla Jive Records, pertanto Robyn decide di crearsi un'etichetta tutta sua, chiamata Konichiwa Records. Ecco a voi "Who's that girl".


Il primo album di Robyn sotto la Konichiwa Records si dimostra un grande successo. Qua sotto potete trovare un'esibizione live, con tanto di orchestra, della canzone che fa schizzare la cantautrice in vetta: "With every heartbeat" (per i più devoti a Robyn, consiglio anche la visione del video originale)


Tra successi e strepitose collaborazioni (Röyksopp, Christian Falk, I blame Coco - parleremo presto anche di loro) arriviamo ad oggi, con la pubblicazione della sua trilogia Body Talk. Sicuramente avrete sentito almeno una volta successi come "Dancing on my own", "Call your girlfriend" o "Hang with me". Riporto qua sotto l'esecuzione live di un brano poco noto al pubblico che mi piace molto. Ecco qua "Fembot", estratto da Body Talk pt.1.


La mia mini-biografia si conclude qua. Abbiamo visto i momenti salienti della carriera di un'artista svedese fuori dagli schemi. Ad oggi possiamo notare come facenti parte del suo stile l'abuso di vocoder, voci polifoniche programmate alla perfezione, suoni ricercati ma comunque piacevoli da ascoltare e una grande presenza scenica.